venerdì 7 novembre 2008

Blocco Studentesco Vs Collettivo









Mattinata nera in piazza Navona. Doveva essere sede di dialogo e confronto, invece si sono viste solo spranghe ornate in tricolore e giù botte.
Fa rabbia vedere strumentalizzata la politicizzazione di giovani studenti che sanno ancora così poco della vita. Si erano trovati là più per malmenarsi che per risolvere il problema delle loro scuole, della formazione che nel loro, nel nostro Paese conta tanto.
Ignorano che ben presto gli servirà molto altro, molto più del coraggio a metà, con un piede in attacco e l’altro pronto a fuggire, dimostrato in piazza sotto lo sguardo di pietra del tritone del Bernini.
Estrema destra, Estrema sinistra. Non resta che fingere di non distinguerli neanche, sorridere solo del fatto che gli uni (teste rasate) si differenziano dagli altri (capelloni) giusto dalle acconciature. Il resto è sconcerto.
Comunicazione e Protesta sono andate di pari passo nella storia.
Per difendersi. Per farsi sentire. Per prevaricare. Per affascinare o convincere.
L’urlo ha sempre avuto fascino rispetto al bisbiglio e alla parola incerta.
Per questo non demonizzo. Anzi.
Ma è nel momento in cui il dissenso si colora di intimidazioni e violenza che il carisma dei leader sfuma e restano gli spettacoli raccapriccianti come quello di pochi giorni fa, uno obbrobrio che probabilmente continuerà a verificarsi (soprattutto se le forze dell’ordine decideranno di intervenire un po’ a loro piacimento, in ritardo? Disattenti? ndr).
Mai giudicare però, specialmente quando non si è presenti. Io infatti non c’ero, lontana e dalla manifestazione anti-riforma Gelmini ( che forse tanto male non è. Il 7 in condotta magari non ferma questi delinquenti ma almeno li disturba) e dall’orrore di due fazioni che ai tempi di guelfi e ghibellini se non altro si vestivan colorati e sembrava una festa.